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Pannello 4. La cattura del pesce nella valle

Mappa pannello 4

 

L’allevamento del pesce nelle acque litoranee alto adriatiche sfrutta la naturale migrazione che compiono alcune specie ittiche dal mare alle lagune (montata) e dalle lagune al mare (smontata).

Branzini, cefali, orate, effettuano annualmente questo spostamento. Le anguille montano allo stadio giovanile (cieche) e tornano al mare solo quando sono mature per la riproduzione.

E’ proprio dall’osservazione, fin da epoche antiche, di questo fenomeno naturale che nascono le valli da pesca.

La tradizione è ancora viva nelle zone lagunari adriatiche in un’area compresa tra Grado e Comacchio.

La cattura del pesce in valle

La cattura del pesce in valle

L’autunno è la stagione della raccolta nelle valli detta “fraima”. Con l’abbassarsi delle temperature e sfruttando le fasi di alta marea, l’acqua salata viene fatta entrare nelle valli. Il pesce, nel tentativo di uscire, viene convogliato in alcuni canali con l’obbligo di attraversare delle strettoie dove si concentra per essere facilmente pescato.

Un tempo la cattura avveniva con l’ausilio di strutture particolari dette “colauri” e “lavorieri”, costruiti con materiali naturali, come pali e cannucce palustri.

Lavorieri

“Lavorieri per la pesca in valle semiarginata, Colauro” (fonte: G. Bullo, Le valli salse da pesca e la vallicoltura)

Branzino

branzino (Dicentrarchus labrax)

Anguilla

anguilla (Anguilla anguilla)

Attrezzi di valle

“Attrezzi di valle” (fonte: G. Bullo, Le valli salse da pesca e la vallicoltura)

 

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